Madi Ventura
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Come fare (bene) la raccolta differenziata dei rifiuti

Qualche consiglio per una raccolta differenziata a prova di errore

Fare la raccolta differenziata dei rifiuti domestici è un’attività semplice, ma molto importante.
Se ben fatto, lo smaltimento dei rifiuti di casa o dell’ufficio contribuisce al riciclo di alcuni materiali e al contenimento di sprechi e inquinamento ambientale.
Però, bastano poche sviste, per mandare in fumo tutte le buone intenzioni ecologiste!

Pensa che una scorretta preparazione e divisione potrebbe comportare lo scarto dei rifiuti dall’a’intera filiera del riciclo.
Allora, ecco alcuni consigli per fare una raccolta differenziata a prova di errore.

1. Dividere sempre i rifiuti (ovviamente!)

Le regole relative a suddivisione e raccolta dei rifiuti cambiano da città a città.
In alcuni casi, materiali di diversa composizione possono essere gettati via insieme, come la plastica e l’alluminio o la carta e il tetrapak. Ma alcune norme sono uguali per tutti.

Sulle confezioni di molti prodotti, sono riportate indicazioni di massima per smaltire il packaging di ciò che, nei negozi, si acquista già imballato. 
Se si raccoglie la carta in una busta di plastica (o viceversa), non bisogna gettare via tutto insieme, ma separare un materiale dall’altro, al momento dello smaltimento.
Perciò, è buona norma anche dividere i materiali diversi che compongono una confezione.

Pensa ai barattoli di marmellate e sottaceti: vaso di vetro, tappo di alluminio, etichetta di carta.
E non tutte le buste postali hanno la finestrella trasparente in carta glassine (o pergamine) a base di cellulosa!

2. Le macrocategorie dei rifiuti domestici

Le macrocategorie della spazzatura sono:
– plastiche (però, ricorda che la plastica dura, come quella di giocattoli, penne e pennarelli, non va smaltita insieme a sacchetti o flaconi di detersivi);
– alluminio;
– vetro (ma i cristalli, come i bicchieri e i vetri delle finestre, vanno conferiti nelle piattaforme ecologiche);
– carta (e cartone);
– umido: comprende tutti i residui organici, dai gusci della Frutta Secca ai fondi del caffé che, però, puoi usare per creare il compost con cui fertilizzare il terriccio del tuo orto domestico!
– indifferenziato: include tutto ciò che non può essere buttato fra le altre tipologie di rifiuti.

L’olio alimentare esausto, altamente inquinante, non rientra in nessuna di queste categorie e deve essere smaltito in appositi contenitori. Spesso, questi punti di raccolta si trovano nei pressi dei supermercati e, sicuramente, nelle piattaforme o isole ecologiche.
Sai che 1 kg di olio vegetale smaltito in maniera scorretta rischia di inquinare una superficie di 1000 mq di acqua? [Fonte: Legambiente].

3. Comprare sfuso: obiettivo zero waste

Allora, occhio agli acquisti. Perché, se fare la differenziata aiuta a reintrodurre nel ciclo produttivo alcuni materiali, è bene sapere che solo una certa percentuale di plastica, carta e alluminio viene effettivamente recuperata e usata di nuovo.

Quindi, nella tua lista della spesa, prediligi i prodotti sfusi, privi di imballaggi e che puoi acquistare alla spina che permettono di avvicinarsi all’obiettivo zero waste, cioé zero rifiuti.
Oltre alle attività di quartiere, come fruttivendoli, drogherie e panifici, che, per tradizione, vendono perlopiù prodotti sfusi a peso, esistono negozi specializzati nella vendita sfusa di prodotti per la casa e l’igiene, alimenti per animali ed erboristeria.
Ormai, questi negozi virtuosi sono molto diffusi su tutto il territorio nazionale. Sul sito sfusitalia.it, per esempio, trovi un elenco aggiornato di attività commerciali che hanno deciso di diffondere e favorire la regola delle 3R: Riduci, Riusa, Ricicla.
A seconda delle tue esigenze di acquisto e trasporto, porta con te i contenitori di vetro, plastica o stoffa che hai in casa e, nel negozio di sfusi, riempili con ciò che ti serve, dai corn flakes al detersivo per la lavatrice.

4. Limitare i prodotti usa e getta più inquinanti

Se, in particolari occasioni, proprio non puoi fare a meno di approfittare di prodotti usa e getta, in commercio sono disponibili oggetti costituiti da materiali compostabili e parzialmente o interamente biodegradabili, come il cartone alimentare e le bioplastiche, con cui vengono realizzate buste e reti per alimenti, stoviglie e bicchieri.

Vuoi una dritta, per limitare o evitare del tutto l’uso del cellophane e dell’alluminio in cucina?
In commercio, esistono involucri in cotone biologico e cera d’api, lavabili e riutilizzabili, in grado di fornire le stesse prestazioni, praticamente a zero impatto ambientale.

5. Come fare la raccolta differenziata perfetta? Attenzione ai residui di cibo

Le tracce di cibo compromettono il riciclo del materiali.
Anche se è un’attività un po’ noiosa, ricorda sempre di svuotare e lavare i contenitori sporchi, prima di differenziarli.
Oltre a diminuire il rischio di cattivi odori, in casa e nei cassonetti, si riduce il rischio che l’imballaggio venga scartato dal sistema di riciclaggio per via dell’alta concentrazione di rifiuti organici che lo accompagnano.

Per lo stesso motivo, tovaglioli di carta, bicchieri di plastica e cartoni alimentari possono essere differenziati solo se sono puliti e non presentano resti alimentari.
Quindi, attenzione ai residui di pomodoro e mozzarella nei cartoni delle pizze che, se sono sporchi, vanno gettati nell’indifferenziata e non nella carta.

Raccolta differenziata: come si fa con alcuni rifiuti?

Talvolta, capita che sorgano dei veri dubbi amletici e che non si sappia dove gettare alcuni rifiuti.

Per esempio, mai buttare gli scontrini della spesa, la carta oleata alimentare o la carta forno nel contenitore della carta!
Sono costituiti da carta chimica o trattata e, per questo, sono considerati rifiuti indifferenziati. 
Dopo una festa, ti sarai domandato dove gettare i fazzoletti e le tovaglie di carta. Se non sono decorati o colorati e sono realizzati interamente in cellulosa, puoi buttarli nell’umido, anche se sono sporchi o bagnati. Altrimenti, ricorri alla differenziata.

Stoviglie di ceramica, piastrelle e terraglie devono essere smaltite negli appositi punti di raccolta presenti sul territorio comunale, insieme a olio meccanico (nuovo ed esausto), lampadine, cavi elettrici e RAEE (tutte le apparecchiature elettriche ed elettroniche).

Dove buttare mascherine e guanti a uso sanitario

E, in periodo di emergenze sanitarie, come la recente pandemia da coronavirus COVID-19, dove si buttano mascherine e guanti monouso?
Ormai, è chiaro: al momento dell’acquisto, è meglio preferire sempre ciò che può essere riutilizzato. Perciò, opta per mascherine facciali in stoffa o multistrato, per esempio in tessuto lycra accoppiato a tessuti non tessuti con buona resistenza meccanica e funzione filtrante, che puoi lavare e usare più volte, seguendo le prescrizioni che accompagnano il prodotto.
Se, però, devi smaltire anche le normali mascherine chirurgiche e i guanti in lattice, segui le linee guida fornite dall’Istituto Superiore della Sanità.

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